Il post precedente mescola dettagli tecnici con pensieri e riflessioni sulla decentralizzazione dei dati, e su alcuni principi del Web che si dimenticano spesso, o che si sottovalutano.
Ho messo insieme molte cose, è vero, ma sto provando a focalizzare meglio alcuni temi da riprendere spesso, per capirli davvero profondamente in quello che ci dicono e ci mostrano.
Il fattore chiave della vicenda è quello di riuscire a svincolare la mente dai paletti e dai pregiudizi che abbiamo del Web e degli strumenti che ci mette a disposizione, e provare a fare un salto di qualità.
Mi viene in mente un riferimento di uno dei libri recenti che ho letto, “Architettura dell’informazione“ di Luca Rosati, dove alla fine c’è un capitoletto sul Wayfinding, scritto da Andrea Resmini, dove si spiega che il Web ha delle regole di navigazione diverse da quelle che applichiamo nella realtà, e quindi in un certo senso molto più flessibili a modo loro.
Viene usata la metafora di Matrix e di quel mondo virtuale parallelo al reale, dotato di regole simili a quelle nelle quali viviamo, ma che possono essere infrante. O dilatate. O estese.
Avvicinarsi al Semantic Web e al Linked Data, nel ripensare il ruolo che hanno i siti, e il modo in cui vengono progettati, e navigati, significa sempre più affrontare la medesima sfida.
Occorre rimettere in gioco quanto piu’ possibile di quello che riteniamo valido.
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