E’ passato qualche giorno, ma la notizia merita una riflessione profonda.
E’ stato approvato il formato ODF 1.2, ( Open Document Format ) e quindi tutti i formati aperti e liberi legati alla suite Open Office.

OASIS members:

We are pleased to announce that Open Document Format for Office Applications (OpenDocument) Version 1.2 has been approved as an OASIS Standard[1]. The call to vote can be found at [2].

Congratulations to the members of the Open Document Format for Office Applications (OpenDocument) Technical Committee and the community of implementers, developers and users who have brought the work successfully to culmination.

A formal announcement from OASIS will be forthcoming.

Vorrei far notare che con il formato 1.2 si supportano nativamente RDF/XML e RDFa quali sintassi per i metadati documentali
La cosa nasce da un processo lungo, lunghissimo. Questa presentazione, ad esempio, è di 4 anni fa:

**[An RDF Metadata Model for OpenDocument Format 1.2](http://www.slideshare.net/jza/an-rdf-metadata-model-for-opendocument-format-12 "An RDF Metadata Model for OpenDocument Format 1.2")**
View more [presentations](http://www.slideshare.net/) from [Alexandro Colorado](http://www.slideshare.net/jza)

In italiano ne hanno parlato Punto Informatico, e quasi nessun blog ( se non contiamo anche programmazione.it ), tranne forse siamogeek.com, che ha detto giustamente:

Un’ulteriore innovazione del nuovo formato è il supporto dei metadati nel formato RDF (Resource Description Framework). ODF 1.2 utilizza RDF non solamente per referenziare risorse sul web, ma anche oggetti di altri tipi, come appuntamenti in un’agenda o un contatto della rubrica.

Peccato perchè la cosa è importante, ed avrebbe bisogno di una maggiore discussione collettiva. Ne inizio una, partendo dalla news di punto informatico, e da come finisce.

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Un post veloce per riprendere un po’ di materiale visto negli ultimi giorni in Rete, che merita una citazione per una rilettura doverosa, magari sotto l’ombrellone, in attesa di un autunno denso denso di progetti ed iniziative .)

Parto da un ottimo video segnalato da Gigi Cogo sugli Open Data applicati alla mobilità:

A Case for Open Data in Transit from Streetfilms on Vimeo.

Si continua con un post di sintesi utile a far capire le direzioni del Web of Data almeno a livello potenziale, scritto da Alberto d’Ottavi sul futuro del libro e dei giornali, definendoli “giornali come database”:
-> Ebook, Una Festa + Le API del New York Times: I Giornali Sono Database

Un’ evoluzione quella delle API del New York Times partita da lontano, dal 2009 in effetti come da video sottostante, e comunque posteriore a quella del Guardian, passata anche da questo step del 13 gennaio 2010:

New York Times Announcement at SemTech 2009 from Semantic Universe on Vimeo.

E’ comunque doveroso integrare la relativa discussione su FriendFeed:
-> http://friendfeed.com/dottavi/6f7ef36f/ebook-una-festa-le-api-del-new-york-times-i

In questa discussione è tornato di prepotenza il tema DBPedia, sul quale inviterei a riflettere collegandoci al tema dell’estate, i social network geolocalizzati come FourSquare o Gowalla

Ben prima della loro ribalta ed in maniera assai più aperta esisteva ed esiste in effetti DBPedia Mobile, che pero’ non aveva aspetti di incentivo social o ludici, ma forse era troppo presto anche per il discorso mobile ed il relativo tasso di diffusione ( aprile 2008 ):

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E’ sabato, devo fare tante cose, ma questa merita 10 minuti per stendere un post, breve ma incisivo.
Una notizia storica, dai contorni poco definiti negli effetti per il Mercato, ma con un potenziale dirompente.

Un po’ come l’adozione degli standard del Semantic Web da parte di Facebook con l’ OpenGraph Protocol, e l’adozione di RDFa che è divenuta mainstream a livello di rich snippets, adesso si aprono scenari davvero intriganti.

Google ha acquisito Metaweb, società che gestisce tra le altre cose Freebase giusto per dare l’idea:
-> Tweet dell’acquisizione da parte di Google di Metaweb

Today we’ve acquired Metaweb. Working together we want to improve search, make web more meaningful. Details: http://bit.ly/dzrXmu

Alcuni della comunità del Semantic Web hanno scritto, e Tim O’Reilly in persona ha scritto:

RT @timoreilly: Google buys Metaweb. http://bit.ly/bnFEIP Important step in convergence of semweb and web 2.0 thinking. I like it.

La notizia mi è arrivata stanotte attraverso la mailing list del W3C dedicata al Semantic Web semantic-web@w3.org e al Linked Data public-lod@w3.org.
Ma anche attraverso Twitter vale la pena di guardare un attimo:
-> Ricerca di metaweb all’interno di Twitter

Anche Luca Conti ha rilanciato la cosa ed i primi italiani stanno iniziando a rilanciarla.
Ormai la strada è imboccata: adesso bisogna comprenderne i confini.

A casa di Google il post merita una lettura:
-> Deeper understanding with Metaweb

Ne prendo alcuni stralci:

Over time we’ve improved search by deepening our understanding of queries and web pages. **The web isn’t merely words—it’s information about things in the real world, and understanding the relationships between real-world entities can help us deliver relevant information more quickly. **Today, we’ve acquired Metaweb, a company that maintains an open database of things in the world. Working together we want to improve search and make the web richer and more meaningful for everyone.

With efforts like rich snippets and the search answers feature, we’re just beginning to apply our understanding of the web to make search better. Type [barack obama birthday] in the search box and see the answer right at the top of the page. Or search for [events in San Jose] and see a list of specific events and dates. We can offer this kind of experience because we understand facts about real people and real events out in the world. But what about [colleges on the west coast with tuition under $30,000] or [actors over 40 who have won at least one oscar]? These are hard questions, and we’ve acquired Metaweb because we believe working together we’ll be able to provide better answers.

Finalmente anche Google lascia definitivamente il concetto di pagine e di parole, delle care keywords, ed inizia a parlare di informazioni relative alle cose del mondo reale. E’ il Web my dear .)

Una chiusa finale: le persone chiave che lavoravano all’interno del gruppo del MIT a cui sono tanto affezionato, il gruppo SIMILE che ha rilasciato il framework Exhibit per gli open data e la loro visualizzazione, sono passate a Freebase da un anno abbondante o anche più. Adesso sono di fatto in Google.

Il potenziale diventa astronomico.
Questo post potrebbe farvi capire qualcosa ( già citato a casa di Gigi Cogo sul tema economia degli open data ):
-> Freebase Gridworks, Data-Journalism and Open Data Network Effects

Queste persone sono ora passate a Google, di fatto, con strumenti di questo tipo:

Freebase Gridworks 1.0 Overview from David Huynh on Vimeo.

**Il Web diventa semantico, si dota di significato e passa dalle pagine ai dati: e l’evoluzione del Web in senso lato è l’unica cosa che emergerà alla fine. Non più 2.0, non più 3.0: il Web al suo massimo potenziale, e niente più divisioni nette tra Web e Semantic Web. **
La divisione sarà nella persona che avrà consapevolezza di quello che potrà fare con il Web, ma il mezzo ormai avrà un solo nome :)

E questa cosa è culturale, non tecnologica.

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento