Lifestream, centralizzazione e decentralizzazione, social network, aggregazioni e identita’ online
Temi che ho affrontato in passato, e dei quali si cerca di sbrogliare la matassa.
Pian piano.
Il Giant Global Graph e’ sempre piu’ importante in effetti.

Mentre cerco di implementare il mio lifestream in forma semantica, [ alcune prove iniziali con twitter ] ho scovato questo nuovo tool, semplice e ambizioso a suo modo:
-> SWURL - Bring your web life together.

Da una delle fonti segnalate a fine post:

Web site Swurl aggregates your online activity in a simple blog-like format. From del.icio.us bookmarks and favorite YouTube videos to Twitter posts and Flickr photos, Swurl pulls it all into a simple blog-like interface. On the surface Swurl sounds similar to previously mentioned FriendFeed, but it’s actually got a much different feel and offers a lot of customization. Swurl’s timeline feature stands out most, placing your links, photos, and other activities on a calendar timeline.

Il mio e’ questo:
-> Dagoneye.on.SWURL

Visto il mio utilizzo smodato del tumblr, mi facilita non poco la vita…

Alcune note al volo:

  • il contenuto viene prelevato da una serie di servizi, ma non da flussi RSS generici, come potrebbe essere Friendfeed - _mi ci devo iscrivere a questo punto _
  • la ricerca live sul proprio tumblr e’ davvero una bomba: con lo scotto che tutto il materiale aggregato pero’ di fatto viene copiato dalle fonti e non semplicemente referenziato - giusto o sbagliato, ci devo pensare
  • semplice ed immediato, come piace a me
  • si puo’ commentare e creare discussione senza essere iscritti al servizio: un altro modo di spostare i commenti e le discussioni al di fuori del blog - magari inserendo un widget, si puo’ ri-portarle all’interno del blog stesso pero’
  • visualizzazione incrementale della home del proprio profilo, a la’ google reader, per capirci
  • visualizzazione a timeline, in stile archivio tumblr, ma resa migliore - da vedere con la timeline del progetto SIMILE magari, come evoluzione
  • riemerge il dilemma della duplicazione dell’informazione: come tumblr copia dell’informazione pre-esistente, forse swurl lo fa ancora piu’ massicciamente? E’ sana questa cosa? Pensandolo con il network effect cosa si crea?
  • riemerge sempre piu’ il bisogno di tool adatti ad esigenze latenti di attenzione e di forma espressiva, nonche’ di tempo, per comunicare online: dove questi bisogni latenti creano dei network sociali tra persone reali altrettanto latenti, che non necessariamente coincidono

Via Hands On, cito:

“RSS aggregator vs blog,” Sit continued. “For example FriendFeed uses Blogspot for their blog, we use Swurl for our own company blog. Different problems we are focused on.” Indeed, that is a good way way to summarize the fundamental different that sets Swurl apart. While FriendFeed and similar services focus on information aggregation via RSS technologies and links to original content, Swurl allows users to build a truly centralized, full-content blog that visitors almost never have to venture away from if they don’t want.

Ho voluto provarlo per riflettere meglio sulla faccenda, da vedere poi se verra’ tenuto oppure no.
Ma intanto se si vuole imparare ad inserire il semantic web in tools del genere, dei quali sentiamo l’esigenza, occorre capire dove siamo e dove si possa migliorare l’oggi.
Usandoli e capendone i vantaggi e i limiti.

Centralizzazione e decentralizzazione, in un equilibrio infinito probabilmente.

Un test di FriendFeed s’ha da fare, per capire cosa sta spostando nelle nostre abitudini e come si possa gestire al meglio tutto questo.

Qualcuno che mi porti la sua esperienza su FriendFeed, cosi’ lo inquadro al volo? .)
Gracias...

Riferimenti

in inglese
-> Swurl: Your Lifestream, Made Beautiful
-> Hands on: Swurl aggregates your web life
-> Swurl - somewhere between FriendFeed and Tumblr
-> Swurl - scrapbook your digital life
in italiano
-> Vita Digitale: swurl.com Timeline
-> Swurl: timeline visiva

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-> Stop e leggere: Sir Tim parla del Giant Global Graph - step 1
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-> Inizio ad usare Twitter, adesso che esiste un Twitter decentralizzato semantico!! SMOB at work .)
-> Centralizzazione contro decentralizzazione: step 1
-> Tumblr e il suo utilizzo come blocco appunti: e l’effetto Rete?

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Partiamo da alcuni spunti:

Fonti trasversali sulle quali riflettere
-> iPhone 3G: Ecco dov’era finito il Trusted Computing… sta tutto lì dentro!
-> Pensate di prendervi un iPhone 3G e craccarlo? Pensateci due volte
-> iPhone 3G e firmware 2.0: barriera contro l’unlock?
-> Sblocco iPhone 2G e firmware 2.0: attenzione
-> Meme: la conversazione su Iphone 3G
-> Da oggi disponibile FreeRunner, il telefonino davvero “open” basato su Linux
-> iPhone 3G libero ma non troppo
-> ARM1176JZ(F)-S

Cosa emerge: che ci stiamo spostando sempre piu’ verso l’era dell’accesso, piu’ che del possesso.
Solo che non ce ne siamo ancora accorti, e ci fanno sborsare fantastilioni per farci credere che compriamo qualcosa, e che quella cosa e’ nostra e sotto il nostro controllo, ma non lo e’ piu’.

Questo e’ il problema.
O meglio: non sarebbe un problema se ci fosse un equilibrio tra le parti ed una maggiore consapevolezza su questa cosa.
Accesso contro possesso, in un equilibrio sano di vendita.

Iphone in questo momento, e’ un esempio eclatante di un equilibrio squilibrato che si tenta di creare a danno dell’utente, che diventa troppo succube di un servizio e di un prodotto, che, soprattutto in Italia viene abbinato all’accesso a Internet mobile a prezzi di un mutuo per la casa, con un effetto finale incredibile!!

Oltre che di un oggetto, che, anche se comprato, non e’ piu’ in mano all’utente, ma al produttore.
Palladium docet.

Al di la’ degli ovvi vantaggi intrinsechi al manufatto, che non metto in discussione, anzi, e alla capacita’ di rompere alcuni schemi consolidati delle logiche di mercato da parte dei produttori.
[ ne avevo parlato a suo tempo in effetti: Origami, Nokia 770, N800, Iphone e l’uomo… ]

Con che contropartita, pero’?

Palladium + Iphone 3G + Firmware 2.0: un’accoppiata davvero pesante.
-> iPhone 3G: il firmware 2.0 sembra inviolabile

Quanto ci serve davvero l’Internet Mobile, a questi prezzi, e a queste condizioni?

Dove non posso collegare l’Iphone a qualsiasi hot-spot FON o simile, come faccio con l’N800, insomma…
Dove non posso distribuire il costo della mia connessione wi-fi casalinga, su n dispositivi che compro e che potrei usare a mio vantaggio?
Dove i Mercati al posto di sovrapporsi in sinergie vantaggiose, si ostacolano e sovrappongono in scontri a danno dell’utente e a vantaggio degli operatori…
Dove il consumatore attivo e intelligente viene trattato alla stregua della casalinga di Voghera, perche’ la comunicazione di massa finge di trattare tutti come persone inconsapevoli delle logiche della Rete…
E delle capacita’ tecnologiche dei dispositivi che andriamo a comprare.

La Rete in mobilita’ DEVE essere neutrale nei confronti dell’operatore e dell’accesso, se mi dovete chiedere cosi’ tanti soldi in cambio.
Altrimenti, nisba.
Fa pensare davvero molto la cosa.
Vedremo con le vendite, son curioso.

Concordo con alberto, e’ troppo come concessione.
Per quanto riguarda che siamo del settore, e dovremo averne uno, e’ vero, ma fino ad un certo punto.

Ci sono sempre gli emulatori comunque, per iniziare a pensare in piccolo .)

Alla fine comunque e’ importante avere sotto controllo la nostra rete sociale primaria: i contatti del nostro cellulare, gli sms inviati e ricevuti e i relativi compleanni.
Tutto reso in vcard e via dicendo.
Questo deve essere una condizione necessaria e sufficiente, dalla quale partire.
E della quale parlare anche.

Oltre al fatto che il telefono deve telefonare.
E deve poter cadere, finire in posti discutibili senza dover rischiare casa e mutuo per ricomprarlo .)

Domanda relativa a questa cosa: ma perche’ dopo anni di bluetooth e di diffusione della tecnologia abbiamo ancora telefoni sprovvisti di tale requisito? E il bluetooth costa ancora un botto?
Come spostare agevolmente la nostra rete sociale primaria senza perdere tempo a copiarci tutto a mano?
Questo a mio parere e’ molto piu’ importante di avere la fotocamera integrata.

La rubrica e’ la nostra memoria sociale, e la nostra PRIMA e piu’ FORTE SOCIAL NETWORK di sempre.
E sempre lo sara’.

Accennniamo adesso ad Openmoko, che terro’ d’occhio sempre piu’ come risposta della collettivita’ a crare un equilibrio piu’ sano forse…
OpenMoko Frerunner puo’ essere un inizio.
Una breve recensione a lato development via ArsTechnica.
Il fatto di supportare attivamente la Free Software Foundation proprio per la liberta’ che ci permette di avere mi porta non ad essere troppo di parte, ma a puntare il dito su un equilibrio troppo a senso unico, in questo caso.

Intanto un po’ di video fatti proprio dagli utenti… mi pare.

Crowdsourcing at work :)

ps - alcuni video son proprio folli!!!!

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Si parla di futuro di Internet, del Web, e del ruolo del Semantic Web, ma in un linguaggio adatto e comprensibile anche alla casalinga di Voghera!!

Lo potete ascoltare qui:
-> What is the future of the internet?

Ripreso anche da Nodalities, e’ importante notare un paio di cose:

I heard a classic description of the Semantic Web, in language which made it easy to follow.
It made reference to the idea of linking data, and described the difference between a link between documents and a link between data. It even gave examples of how these linked data could be used by people in daily tasks. In short, it was a brilliant, brief and not-too-technical description of where the web is probably headed, and how it’s semantic future could affect normal people. It had the added kudos of having been an interview with Sir Tim Berners-Lee, who was credited at the beginning of the short talk, with being the inventor of the World Wide Web.

La cosa straordianaria era il mezzo usato e il momento della giornata: come se fossero le 9 di mattina su Radio 24 e sentissimo un’intervista al creatore del Web, che in forma semplice da capire, chiacchera e spiega il futuro del Web.

Magari. In Italia siamo un pelino indietro, purtroppo.

Ma la dimensione e’ proprio questa.
Dalla tarda serata di lunedi’ [ ops, dalla tarda mattinata di mercoledi’, errore mio .) ], nella mailing list del gruppo del Linked Data e’ partita proprio una discussione in merito al semarketing, se vogliamo.

Cioe’ a come poter spiegare la potenzialita’ della piattaforma tecnologica del Semantic Web e del Linked Data in forme e metafore comprensibili a tutti. Semplicita’ non riduzionista, of course.

E’ una cosa che ho discusso anche recententemente con Simone Onofri, in merito alla potenza di visione anche del gruppo SIMILE, che proprio ieri ho trovato citato in un post breve ma assolutamente imperdibile:
-> Simile: Real World Challenges Drive Research Forward

SIMILE (Semantic Interoperability of Metadata and Information in unLike Environments), a collaborative project between MIT Libraries, David Karger, professor of Computer Science and Electrical Engineering at CSAIL, and Eric Miller, CEO of Zepheira and formerly with the World Wide Web Consortium (W3C) is breaking down limitations in software application interactions, making search functions more inclusive, and personalizing people’s interactions with their computers.

Questo e’ stato lo scopo dichiarato del gruppo.

SIMILE is pointing toward the future of what we will be able to do and it can only happen at a place like MIT, in terms of the relationship with faculty and their research. There is such an openness to collaboration, and we have finally hit our groove and things are starting to come to fruition

Pensiamo e cerchiamo di inquadrare questa visione quando stiamo usando SIMILE Exhibit e SIMILE Timeplot.

Significa rompere molte regole.
E non dico la parola rompere a caso.
Sono tutte innovazioni distruttive.
Dirompenti.
Scomode e comode per molti di noi, a seconda di come la si possa vedere.

E’ una forma di potere maggiore alle masse, ai singoli, e alla loro capacita’ di collegare le cose.
In forme collettive, in forme che possono far male, possono far emergere ed esplicitare collegamenti nascosti.
Sui quali vale la pena innovare, e magari che facilitino il risolvere di problemi, prima insormontabili.

Chi lo sa.

Cito da Stefano Mazzocchi, uno dei membri del gruppo SIMILE:

While Timeline is more focused on visualizing individual events and periods at different time scales (and does an outstanding and very innovative job at it!), Timeplot is focused specifically on uncovering causality dependency between events and trends.

E’ un potere che vorrei condividere sempre piu’, cercando di focalizzarlo su** scopi semplici da capire assieme** a chi legge queste righe.

Il potere di controllare i dati, di farli emergere senza dipendere da tecnologie o piattaforme chiuse, totalmente in mano a noi come collettivita’ e aperte a priori a mashup futuri e impensati.

Non e’ poco.
E i dati non sono mai stati in mano alla collettivita’, mai nella storia.
Sempre un’elite, sempre mai ri-distribuiti.
Questa e’ la vera lotta culturale che si trova come ostacolo nell’approcciare il Semantic Web.
E quindi il Web nella sua vera essenza di spazio condiviso e collaborativo di informazione.

Se pensiamo alla scienza della complessita’, come mi insegna anche il caro Gianandrea, queste son cose che possono gestire sempre piu’ l’emergenza come sistema e non come incapacita’ di monitorare le variabili sconosciute.

In tema di Sci(bzaar)net e di divulgazione scientifica, un’aggiunta doverosa. .)

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Matteo Brunati

Attivista Open Data prima, studioso di Civic Hacking e dell’importanza del ruolo delle comunità in seguito, vengo dalle scienze dell’informazione, dove ho scoperto il Software libero e l’Open Source, il Semantic Web e la filosofia che guida lo sviluppo degli standard del World Wide Web e ne sono rimasto affascinato.
Il lavoro (dal 2018 in poi) mi ha portato ad occuparmi di Legal Tech, di Cyber Security e di Compliance, ambiti fortemente connessi l’uno all’altro e decisamente sfidanti.


Compliance Specialist SpazioDati
Appassionato #CivicHackingIT


Trento